Se dovessi trovare un titolo a quest’episodio della mia vita che mi ha visto lasciare Roma per far ritorno a Frattamaggiore, sarebbero queste le parole che sceglierei.
Soltanto tornando nella città eterna ho potuto essere ancora più consapevole dell’importanza dell’istante, del qui e ora.
Del sentirsi nel luogo giusto che è quello dove ti senti di poter dare, prima ancora di ricevere.
Roma mi ha dato tutto quello che poteva e doveva darmi.
E l’ho capito quando camminandovi non ne avevo già nostalgia all’idea di dover andar via.
L’ho capito dalle lacrime di gioia che hanno battezzato i miei abbracci nel ritrovare alcuni pezzi della mia “famiglia” romana.
Lacrime dolci, di quelle che insaporiscono.
Ho ricordato la prima cosa che mi colpì quando arrivai: passeggiando m’imbattei in un pezzo di colonna.
Accussì, bell’e bbuono.
E pensai a quanta sfacciata bellezza mi aveva investita e con quanta nochalance.
Ho riempito i miei occhi e il mio cuore di una bellezza fatta di incontri con persone che per me sono momenti e monumenti dei miei 12 anni romani.
Ed ora ho preso alcuni pezzi di quelli e così come la tecnica del reimpiego prevede, li uso per costruire gli edifici che sorgeranno sulla mia strada che in questo momento della mia vita mi fa camminare a Frattamaggiore.